venerdì 12 giugno 2020

Step #25: Sintesi finale!

In questo blog si è, dunque, sviscerato tutto il tema Raccontare in tutte le sue sfaccettature. 
Si è iniziati dal capirne il significato, confrontando la parola in italiano in altre lingue e capendone la sua storia. In questo, si è in particolar modo visto come si sviluppa nell'antichità, nel Medioevo, durante il Settecento e l'Ottocento fino ad arrivare al XX Secolo, analizzandolo nel mondo della letteratura, sia in prosa sia in poesia, nel mondo del cinema e dei nuovi media, dell'arte in generale e di come è possibile raccontare lo stesso fatto tramite differenti mezzi, come anche il semplice disegno tradizionale, o nelle pubblicità che tutti i giorni vediamo o ascoltiamo, così come anche nei fatti di cronaca, protagonista assoluta la pandemia del COVID-19. E di come si sia evoluto il linguaggio nel corso del tempo.
Si è visto come ci sia della scienza dietro il raccontare, passando tramite brevetti esistenti e che potrebbero esistere (ipotizzandone uno, e pubblicizzandolo a sua volta). 
Si sono, inoltre, incontrati diversi protagonisti che, nel corso del tempo, hanno lasciato la loro impronta pur non brevettando niente di nuovo per raccontare: Omero, Leonardo Da Vinci, J.K. Rowling... Autori della scienza, e autori del raccontare perché tutti, in fondo, raccontano.
Si è analizzato come la carta sia da molto tempo uno degli elementi più utilizzati per raccontare, soprattutto a distanza e prima dell'avvento dei computer e delle telecomunicazioni. Di quanto, inoltre, l'invenzione della stampa ne abbia incentivato l'uso.
E si è formulato l'abbecedario del raccontare.
Si sono, in aggiunta, raccontate delle storie innovative, L'astronauta e Tra quattro mura, oltre ad avere portato recensioni a storie famose, tra cui: Il mito di Poseidone, Loki, il giovane dio dell'inganno, The Hunger Games e La ballata dell'Usignolo e del Serpente. E sono stati consigliati, inoltre, una serie di libri concernenti la mitologia.
Infine, si è visto come dei semplici appunti raccontino qualcosa.

giovedì 4 giugno 2020

Appunti di Storia della tecnologia

Le rivoluzioni, di solito, non sono processi sanguinari, come fu la Rivoluzione francese, bensì sono processi irreversibili da cui non ci si può sottrarre, pena l’estinzione della specie.
La tecnica disegna il paesaggio, facendo così nascere la differenza tra popolo nomade e tra popolo stanziario. Si inizia dunque a parlare di paesaggio antropizzato. 
La mappatura del territorio viene è molto differente a seconda della cartografia utilizzata. Le varie mappe descrivono situazioni legate alle condizioni che le hanno imposte. La cartografia era, anticamente, la fotografia del mondo. La geografia è strettamente legata alla tecnologia nella produzione di cartografia. Già i romani avevano incominciato a mappare il territorio attraverso una griglia ortogonale (centuriazione). 
La navigazione è stata una delle prime infrastrutture di trasporto efficienti per la mobilità sia di persone sia di merci. I greci, ad esempio, erano abili navigatori, così come i vichinghi hanno raggiunto, navigando, la Sicilia. Anche negli Stati Uniti, il collegamento principale interno inizialmente era attraverso la navigazione dei fiumi. 
La figura del gromatico traccia sul territorio i confini della centuriazione tramite lo strumento della groma. (Codice degli agrimensori) 
Nella diga di tracimazione l’acqua del fiume scorre da destra verso sinistra. (Cosa contraria al solito.) 
La Divina commedia parla di filosofia, politica, teologia e, anche, di tecnologia, ed è inoltre un’enciclopedia naturalistica. 
Gli orologi sono il simbolo della perfezione meccanica. 
La presenza della tecnologia è inserita nell’opera di Lucrezio. Plinio cita l’aratro nel De Reum Natura. Il principio della leva può essere applicato a diverse tecnologie. Al-Jazari rientra in quella categoria di tecnici che costruisce macchine più come giocattoli che come macchine in sé. Il cavallo diventa fondamentale nello sviluppo della tecnologia non soltanto come animale da trasporto e da carico, ma anche come macchina da guerra; dopo che è stato addomesticato, entra nella cultura agricola e, quindi, inizia a essere cavalcato (i nativi americani hanno cavalcato a lungo a pelo, senza staffe e morso, cosa che nel mondo europeo è avvenuto con la nascita della cavalleria medioevale); il cavallo da battaglia viene inizialmente utilizzato con l’utilizzo del cocchio, e la staffa è fondamentale per lo sviluppo della tecnologia del cavalcare il cavallo. 
Nel Medioevo è importante l’impiego della metallurgia: tecnica che permette al minerale di diventare metallo; nell’antichità si parla di Età del Bronzo, dove il bronzo era una forgiatura delle colate che, in prossimità dei siti vulcanici, era riaffiorato (non si parlava di metallurgia, ancora), e lo stesso avviene nell’Età dell’Oro e dell’Argento (il mondo antico utilizzava i metalli quando li scopriva allo stato naturale); altre attenzioni per il metallo si ritrovano nel Duecento con la magnetite e con altri materiali magnetici (Peter Peregriunus, Epistula de magnete), e questi materiali magnetici hanno dato frutto a invenzioni, quale per esempio la bussola oppure l’astrolabio (importanti nella navigazione); la metallurgia ha scoperto per prima cosa la forgiatura, importante nella forgiatura delle armi; nuove macchine nel mondo medioevale sono molte. 
Tutte le città importanti di origine romana hanno almeno un corso d’acqua vicino che delimita la forma e la struttura della città stessa. La stessa Torino è incavata tra il fiume Po e il fiume Dora. 
Nelle abbazie non ci sono solo religione e Chiesa, ma al suo interno vi è una vera e propria civiltà: costruita vicino a un fiume, al suo interno vi sono campi coltivati e pascoli per gli animali, nonché un centro di cultura e di vita, in modo che possa essere autosufficiente. 
Una delle altre attività del Medioevo sono i settori della filatura e del tessile. L’arcolaio è una macchina con una manovella e una ruota, che funziona con il far ruotare il più velocemente possibile la ruota in modo da ottenere un processo ottimizzato di tessitura. 
Il mito dell’invenzione del mulino riguarda Cerere che insegna alle ninfe dell’acqua a far girare la ruota al mulino, e quindi a far funzionare il mulino. Avviene una sorta di ritorno all’Età dell’Oro quando i frutti della terra di Demetra alleggeriscono il lavoro della donna grazie alla tecnologia. 
Le centine sono un’innovazione che avviene nella società nel mondo romano. Sono un accostamento di pietre che formano un cono. La volta e la cupola sono invenzioni tipiche del mondo romano. Le tipologie del mondo romano sono importanti: nei manufatti di terracotta del mondo civile si introduce la struttura fissa del mattone. 
La popolazione cresce in base all’aumento della fertilità del terreno. Si sviluppano inizialmente la società della Mesopotamia, quella romana e quella cinese, poi quella indiana. Inoltre, la popolazione cresce grazie all’avanzamento della tecnologia. La popolazione cresce, inoltre, quando il clima è favorevole. La popolazione, poi, decresce a seguito delle grandi epidemie (come la peste nera). L’effetto della rivoluzione industriale, poi, fa impennare di nuovo la crescita della popolazione, e la seconda, la terza e la quarta rivoluzione industriale fa in modo che la popolazione cresca e raggiunga i livelli di oggi. L’alta densità di popolazione può provocare problemi sulle risorse disponibili. 
La cheiroballistra è una macchina da guerra che è composto da un arco con due bracci e una fune; la fune, una volta tirata indietro, fa scattare la freccia, la cui potenza è data anche dai cilindri. Questa macchina, come altre, non ha un reperto operativo. 
La macchina è una tecnologia che serve per muovere carichi molto pesanti. 
Nel mondo greco il μηχανικός è l’ingegnere. 
Il trabocco (o trabucco) fu la più potente artiglieria del medioevo. Anche Villard de Honnecourt ne parla nel suo Album, quando descrive il sistema di propulsione adottato per facilitare il lancio durante il tempo in cui la fionda striscia sul terreno. Il trabocco è fatto per superare le mura, quindi le mura si alzano. 
Le fortificazioni medievali si ponevano sulla sommità delle colline; dall’alto era facile scagliare i proiettili e, per l’altezza, riuscivano a scagliarlo più lontano. 
Un’altra macchina bellica fondamentale è il cannone, che non solo stravolge l’arte della guerra ma, anche, la forma della città: non esistono più le torri, le mura si ispessiscono per attutire i colpi. 
Il Rinascimento è un periodo molto complesso, non ben definito, della storia. “Nasce” in corrispondenza della fine del Medioevo e della riscoperta delle arti e delle scienze. Il Rinascimento delle macchine racchiude il trionfo della scienza. Nel periodo di transizione emergono le figure di Flavio Renato Regezio, Francesco Di Giorgio, Kyser Del Taccola e Guido Da Vigevano. Leonardo Da Vinci segna lo spartiacque tra il Medioevo e il Rinascimento, anticipando la visione del futuro. Gli architetti e gli ingegneri cercano, man mano, di trovare nuove soluzioni, dovute da nuovi materiali e nuove strutture che rendano solidi gli edifici. 
Guido Da Vigevano è stato un medico della corte del Re di Francia Enrico VII. La figura del medico è un “soldato” che segue i soldati nei campi di battaglia, e l’anatomia si sviluppa principalmente sui campi da battaglia. 
Publio Flavio Vegezio Renato (Vegetius) è stato un funzionario dell’Impero Romano noto per aver scritto il trattato di veterinaria Digesta artis mutomedicinalis. L’arte militare è un trattato che insegna come si deve organizzare un esercito, la sua logistica e la sua disposizione sul campo di battaglia. 
La cultura Romana e Medioevale viene ripresentata nel Cinquecento. 
Guido Da Vigevano è stato un medico sensibile ai problemi tecnologici che l’esercito deve trasportare. 
The Archimedes Project è un portale che racchiude tutti i progetti delle macchine disegnate nel corso della storia. 
La modularità è un elemento fondamentale della costruzione delle macchine. 
Roberto Valturio è stato il bibliotecario di corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta a Rimini. La sua opera più importante è stata il De re militari del 1453. 
I manoscritti sono spesso scritti con il medesimo contenuto, ma sono molto dettagliati nei progetti contenuti. Francesco Di Giorgio è stato un architetto e ingegnere militare. Fu fautore del quadro della città ideale, che oggi risiede a Urbino.
La risoluzione del problema del disboscamento per la costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze è stata attuata tramite delle conoscenze multidisciplinari, tra cui la conoscenza del disegno e della geometria. L’innovazione di Filippo Brunelleschi è quella di aver costruito una cupola senza archi. La struttura della cupola era fatta in maniera tale da fare da morsa e da press, che è un’alternativa alla centina, che permette la costruzione di una cupola mediante archi e volte. Ma Filippo Brunelleschi effettuava la cupola senza l’utilizzo di centine.
La cupola autoportante è una struttura geometrica di proiezione che dà importanza alla misura e ai suoi strumenti e che il ruolo dell’architetto, ovvero il tecnico, deve saper fare: i mattoni sono in proiezione verticale e sono disposti lungo curve predeterminate. L’impalcatura è montata all’esterna alla cupola, non internamente, e serve a posizionare le statue nella loro esatta posizione, mantenendo una struttura simmetrica e non sghemba. La lanterna, visitabile, è posta perché le cupole sono sempre aperte (l’occhio della cupola non deve essere mai chiuso perché è un punto di singolarità, rendendo la possibile minima imperfezione perfetta) e perché la luce possa entrare senza che vi entri l’acqua in caso di pioggia (come accade nel Pantheon di Roma). La cupola del Pantheon di Roma è una delle massime espressioni del mondo romano. Si tratta di una cupola molto massiccia e non molto pronunciata. È presente un “occhio” centrale che permette il punto di non singolarità che permette la solidità della struttura. 
Nel Settecento la cupola di San Pietro a Roma ha seri problemi di stabilità struttura, e solo con l’imbrigliamento della cupola con catene metalliche si risolvono questi problemi (soluzione di Giovanni Poleni).
L'archipendolo è uno strumento che permette di valutare l’inclinazione rispetto a un piano orizzontale. È composto da una squadra con un piombo. Il gualandrino è un doppio archipendolo che permettere di valutare l’inclinazione sia rispetto a un piano orizzontale sia rispetto al piano verticale (è un archipendolo a doppia inclinazione).
Gustave Eiffel e la sua Tour. L’uso del metallo nelle costruzioni appare per la prima volta in Inghilterra nell’Iron Bridge. Gustave Eiffel ha la padronanza dello “strumento geometrico”, che da progettista lo rende costruttore (figura dell’ingegnere). Nel 1867 Gustave Eiffel fonda la propria impresa aprendosi uno spazioso atelier. Fa uso di questa industria, che gli fornisce i mezzi, per progettare e mettere in pratica le proprie idee, come nella costruzione della ferrovia di Sioule in Francia nel 1876. L’impresa di Gustave Eiffel si trasferisce in Portogallo a Barchelinho, dove costruisce altri ponti ferroviari dal 1876 al 1881. Il progetto della Tour viene approvato per le celebrazioni del centenario della Rivoluzione francese (14 febbraio 1887) e fu portata a termine in tre anni (1886 – 1889). La centina viene sostituita con la costruzione dell’arco leggero il cui peso è supportato da dei tiranti legato al ponte a sua volta legato alla struttura della montagna o della collina; ciò offre la minima resistenza al vento, in quanto questo vi passa attraverso. Il ferro è il materiale fondamentale delle costruzioni fino a quando non arriva il calcestruzzo, che utilizza meno ferro (e la costruzione è più economica). Il cemento armato è meno soggetto ancora all’azione del vento. Gustave Eiffel studia la resistenza dell’aria e l’aviazione, in tutti quegli elementi fondamentali per la nascita della vera e propria aviazione, in quanto capisce che le strutture sono sensibili alle forze della natura, tra cui il vento (la sua espressione massima è la costruzione della Tour Eiffel). La scienza delle costruzioni trova il suo massimo splendore prima nelle costruzioni aeronautiche e, solo più tardi, nelle costruzioni a terra (il Pirellone di Milano è costruito come un’ala incastrata nel terreno, motivo per cui è progettato tenendo conto prima di tutto dell’aerodinamica). 
Gustave Eiffel e Filippo Brunelleschi hanno la capacità di trasferire i propri saperi da una materia a un’altra. 
Gustave Eiffel fonda la teoria dell’aerodinamica. 
La scienza delle costruzioni non è solo statica, ma deve tenere conto anche della dinamica dovuta dalle oscillazioni del vento. 
Ponti romani: Ponte sul Danubio; Ponte sul Reno; Ponte di Alcantara; Pont du Gard. 
Leonardo da Vinci studia il ponte autoportante. Inoltre, disegna il Ponte sul Bosforo. 
Nel 1769, in Inghilterra, Robert Mylne idea le centine del Ponte di Blackfriars. La stessa tecnologia è utilizzata nell’Ironbridge a Coalbrookdale sul Severn nel 1779. 
La ghisa e il ferro fuso sostituiscono l’arenaria (1796, Ponte di Sunderland, Burdon e Wilson). 
Nel 1799 il Telford’s Project costruisce, a Londra, il London Bridge. Si tratta di un ponte in materiale metallico con un’unica grande arcata, tale da far passare sotto le navi alte. 
Ghisa = Ferro + Carbonio; i piloni costruiti con la ghisa sono composti da strati di coke e da strati di minerali di ferro, mentre la ghisa fusa scivola per tutto il pilone in modo da stabilizzare i piloni. 
Nel 1810 a Torino viene costruito il Ponte Vittorio Emanuele I.
Il sistema di costruzione in cemento armato viene venduto come sistema di costruzione ignifugo. Nasce, infatti, come esigenza economica e di sicurezza negli edifici industriali, mentre viene utilizzato nell’edificato civile solo più tardi. 
Alfredo Cottrau è importante per la costruzione dei ponti ferroviari in Italia. 
Eugène Freyssinet è il progettista di tutti i ponti francesi nelle colonie francesi. 
Riccardo Morandi ha rinnovato la scienza delle costruzioni realizzando sia in Italia sia all’estero molti ponti.
Teatro di macchine. Alla scoperta di un sapere universale. Raimondo Lullo (1235 – 1315) e l’Arbor Scientiae. Il Theatrum è un nuovo genere di comunicazione che identifica un sistema mnemonico (“teatro della memoria”) fondato su basi astrologico-cabalistiche, ideato nella prima metà del XVI secolo da veneziano Giulio Camillo (1840 – 1544). Il teatro della memoria è quindi una rappresentazione dello spazio per poter classificare il sapere.
Giordano Bruno (1548 – 1600) e l’Ars Memoriae. Memoria come scienza e sua organizzazione. Visualizzare il mondo delle idee.
Nel XVI secolo con la diffusione della stampa nascono nuovi generi letterari e di comunicazione. A fianco del theatrum alchemicum, del theatrum chemicum, del theatrum anatomicum, del theatrum europaeum, del theatrum mundi et temporis, del theatrum botanicum e del theatrum pharmaceuticum sorge il theatrum machinarum. 
Jacques Besson introduce il theatrum instrumentorum et machinarum (Lione, 1569). È il primo teatro di macchine. Il secondo teatro di macchine è del 1588 di Agostino (Parigi). Giulio Paschali introduce nel 1602 il teatro di macchine nel mondo spagnolo. Nel 1607 Vittorio Zonca introduce il novo teatro di machine et edificii (Padova), rivoluzionando la comunicazione e la tecnica di rappresentazione: il disegno non è solo uno spaccato dell’interno, ma vengono presentati tutti i vari particolari (è un esploso dell’oggetto); appare per la prima volta la scala grafica in un disegno tecnico, che permette di capire le reali dimensioni dell’oggetto disegnato (era già apparsa nelle planimetrie dei campi); l’oggetto è, inoltre, rappresentato in assonometria. Heinrich Zeising introduce il theatrum machinarum so in sechst heil bestehend (1607-1614, Lipsia). Salomon De Caus introduce les raisons des forces mouvantes (Francoforte, 1615). Giovanni Branca introduce le macchine (Roma, 1629). Georg Boekler introduce il theatrum machinarum novum (Norimberga, 1662) parlava dei mulini in boekler, e in questo caso il disegno riprende la rappresentazione di Francesco Di Giorgio. Jacob Leupold introduce il theatrum machinarum generale (Leipzig, 1724), il theatrum machinarium molarium (Lipsia, 1735). T. Van der Horst introduce il theatrum machinarum of keurige verzamelig (Amsterdam, 1736): da una parte ci sono i manuali tecnici, dall’altra le enciclopedie, di cui fanno parte questi theatrum olandesi, che sono prettamente indirizzati ad architetti e ingegneri più che a una moltitudine di popolazione interessata; i disegnatori stessi sono degli architetti e degli ingegneri, non dei pittori come avviene per altri theatrum. Un altro esempio è il theatrum machinarium of groot algemeen moolen-boek di Johannis Van Zyl (Amsterdam, 1761). 
Il teatro delle macchine è la comunicazione che raggiunge la scienza delle idee. 
La prima macina era una pietra grossa su cui si macinavano i cereali con una pietra più piccola. Evolve con un doppio cono mosso da un asino o da uno schiavo, che è fatto di pietra lavica perché riesce a spezzare i cereali in modo ottimale. Gli antichi romani avevano dei mulini strutturati su grandi impianti, come si nota studiando i mulini di Barbegal in Francia. Già Vitruvio, infatti, parla dei mulini con la macina a ruota (si tratta di mulini ad asse orizzontale). I mulini più semplici erano, invece, ad asse verticale. A Parigi si utilizzavano i mulini galleggianti sotto le arcate dei ponti. Il canale della Pellerina a Torino era un modo di incanalare l’acqua del fiume e portarlo alle varie fattorie e cascine che avevano un mulino proprio (così avviene per un po’ tutti i mulini e i canali di Torino, dove i mulini erano anche “fonte” di energia). La machine de Marly portava l’acqua a Versailles dall’acquedotto: venne costruita tra il 1681 e il 1684. Nel 1737 Belidor inizia a organizzare la scienza dell’acqua in maniera tecnica con trattati con il trattato Architecture Hydralique. La ruota di Poncelet è un’innovazione della ruota del mulino, così come la turbina jonval, la ruota Pelton, la ruota Kaplan e la ruota Francis. 
L’arte dei metalli. Nell’Antico Egitto per aumentare la temperatura dei forni ci soffiavano. I metalli sono presenti sin dall’antichità, in quanto è una delle scoperte base dell’umanità. Sulla stele funeraria di un fabbro si vedono dei fabbri romani che soffiano con un “soffietto” per riscaldare i forni. Mariano di Jacopo detto Taccola nel XV illustra una forgia con una specie di “soffietto” più grande, una ruota e dei bracci. Nel 1540 nascono i trattati astratti come il De la pirotechnia di Vannoccio Biringucci, destinati a tecnici e non a curiosi (i theatrum di macchine nasceranno qualche anno più tardi). Georgius Agricola scrive il De re metallica nel 1561, rivolto sia ai tecnici sia agli esperti.
L’ossigenazione negli altoforni favorisce la reazione che sviluppa il calore. 
Nel forno di Martin-Siemens del 1850 le combustioni avvengono tramite aria insufflata che arriva in una camera a riverbero. Nella camera a riverbero il forno riceve aria calda, che viene riverberata nella superficie superiore e il materiale riesce a fondere.
Il Convertitore Bessemer funziona al contrario. C’è un crogiolo nel cui c’è la ghisa liquida, e la parte inferiore è forata. Da un condotto è inviata aria calda in modo tale da impedire alla ghisa di scendere dai fori, convogliando comunque nella ghisa stessa. Dalla cima escono dei gas caldi (CO). È un parente dell’altoforno moderno, ma è anche il convertitore più evoluto.
La fornace ad arco elettrico è di solito utilizzata per rifondere i rottami di ferro, che ha anche questa una camera di riverbero.
Il Trattato del Sublime (in greco antico: Περὶ Ὕψους, Perì Hýpsous) è, insieme alla Poetica di Aristotele, una delle più importanti opere di estetica dell'antichità.
Filatura a mano. Il primo modo di tessere è attraverso il fuso. Poi, si procede a tessere grazie all’invenzione del telaio. Nel periodo medioevale il telaio evolve nell’arcolaio, che è praticamente un telaio con un fuso e una ruota su cui si avvolge il filo per tessere. La biella è l’evoluzione dell’arcolaio, che è l’arcolaio con l’aggiunta di una manovella. La biella si evolve poi in uno strumento che, invece della manovella, ha un pedale (innovazione del tardo medioevo). 
Intorno al quattordicesimo secolo del Trecento si inizia a diffondere la torcitura della seta, che era comunque già nota anche al tempo dei romani (veniva prodotta, però, in file non molto lunghe, perché non si sapeva filare il bozzolo), con la tecnologia secondo cui si fa morire la crisalide prima che esca dal bozzolo per ottenere una fibra unica e lunga fino a mille metri (filacterium). 
La metier-à-bas è la prima macchina automatica utilizzata nella manifattura tessile. Fu inventata da William Lee nel 1589 per la produzione calzolaia in Inghilterra. Questa macchina intrecciava, utilizzando un filo unico, le calze. 
La rivoluzione industriale nasce con le macchine tessili.
L’invenzione della navetta volante di John Kay è quella di mettere ai lati del telaio due cassetti, manovrati a mano, che lanciano da una parte all’altra le navette mentre con i piedi alzano i licci (che sono gli aghi che sollevano alternativamente i fili dell’ordito). La navetta passa sotto il primo e sopra il secondo e, alternativamente, sopra il primo e sotto il secondo, producendo quindi il tessuto. È un’innovazione non solo nel modo di produzione ma, anche, nella qualità del tessuto prodotto. (1733, brevetto della navetta volante.) 
Richard Arcwright mette sulla stessa struttura quattro arcolai facendo in modo che funzioni automaticamente.
Samuel Crompoton unisce in una macchina unica l’innovazione di Arcwright e quella di Hargreaves. 
Un’altra macchina importante è quella inventata da Taylor.
L’innovazione delle macchine tessile è grazie all’industria del cotone.
La meccanizzazione provoca una disoccupazione enorme negli operai dell’industria tessile. Si hanno le prime rivolte sindacali.
Nel 1846 viene brevettata la prima macchina da cucire. È un’invenzione dello statunitense di Elias Howe.
Joseph-Marie Jacquard introduce un telaio meccanizzato che funziona tramite schede perforate che permettono di comandare i licci del telaio, realizzando motivi elaborati.
L’industria delle Barbie introduce la maglieria magica, che è una macchina da cucire a manovella.
La seta diventa un tessuto importante durante il Medioevo, quando le strade non sono più solo per terraferma ma, anche, lungo la costa e per mare. È uno dei segni che ha caratterizzato la Cina, ma anche tutto l’Estremo Oriente, agli occhi dell’Occidente.
Il primo brevetto della storia risale all’Antica Grecia, dove nella città di Sibari le nuove invenzioni erano incoraggiate garantendo un anno dei profitti dovuti al loro scopritore. Il primo brevetto italiano riale al 1421, quando Filippo Brunelleschi ricevette il brevetto per tre anni per avere inventato il badalone, una chiatta con mezzi di sollevamento che trasportava marmo lungo il fiume Arno per la costruzione del Duomo di Firenze. Nel 1474 a Venezia viene emessa la prima legislazione europea sul brevetto, che stabilisce quanti anni un inventore ha di esclusività, in modo da tutelare l’inventore. In Francia la nascita del sistema brevettuale viene accordato nel 1551 all’italiano Theseus Mutio per l’introduzione dell’arte del vetro veneziana sul territorio francese. In Inghilterra la crescita dei brevetti industriali è ricostruibile sin dai primi anni del XVII. Lo Statuto di Monopoli del 1623 regolamenta la concessione reale dei monopoli riservati a nuove invenzioni. L’attenzione all’innovazione è alta nel corso del Settecento. Negli Stati Uniti le Accademie Reali delle Scienze assunsero il ruolo di consulenze tecniche sui brevetti delle nuove invenzioni per tutto il corso del Settecento. Nel 1825 nel Regno di Sardegna sono stati introdotti dei regolamenti per l’assegnazione delle “patenti di privilegio”, stabilendo chi può ottenere esenzioni fiscali ed esclusività delle proprie invenzioni per far in modo che si dia avvento all’industria; nella commissione fece parte, tra gli altri, Amedeo di Avogadro; nel 1855 il Regno di Sardegna uniformò le procedure a quanto già stabilito in altri Stati. Nel 1852 in Inghilterra venne istituito il primo ufficio brevetti. Nel 1883 a Parigi venne firmata la Convenzione di Unione di Parigi, per proteggere la proprietà industriale stabilendo i Paesi che proteggevano la proprietà intellettuale e la proprietà industriale.
L’alluminio viene introdotto da Hans Cristian Oersted nel 1825 come prima isolazione in forma impura. Nel 1854 Vittorio Angius lo applica all’aeronautica nel trattato Automa aerio. Nel 1856 viene considerato un materiale d’élite e costoso, anche se nello stesso anno avviene la prima produzione in Francia. Nel 1865 Jules Verne descrive in Dalla Terra alla Luna il primo viaggio sulla Luna all’interno di una capsula spaziale in alluminio. Nel 1885 cominciano a prodursi le prime fonderie di alluminio in Russia. Nel 1889 l’alluminio sostituisce il rame per la produzione di pentole, rendendole così leggere e resistenti alla corrosione. Nel 1893 Albert Gilbert scolpisce la statua di Anteros a Londra interamente in alluminio. Nel 1890 Karl Benz presenta la prima vettura sportiva con un telaio di alluminio. Nel 1907 Rober Victon Neher realizza il primo foglio di alluminio. Nel 1910 viene utilizzato per la prima volta per la produzione degli autobus parigini. Nel 1911 il Toblerone è stato il primo cioccolato ad essere avvolto in un foglio di alluminio. Nel 1917 Hugo Junker solleva in aria il primo aereo con una fusoliera di alluminio. 
La celluloide viene inventata da Alexander Parkers nel 1860-1861 / 1870. Diventa il materiale d’eccellenza per la fotografia e per il cinema. La viscosa viene ricavata dalla cellulosa nel 1883 e viene inventata da Hilaire Bernigaud de Chardonnet che la presentò all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1891; venne definita dapprima come “seta artificiale”, e solo dal 1924 rayon; fu creata per rispondere alla richiesta di tessuto simili alla seta ma più economici. Il rayon nasce nel 1824 e, al contrario del nylon, riesce ad assorbire l’acqua. Il nylon fu inventato da Wallace Carothers nel 1935, sintetizzando le poliammidi. 
Il plexigas venne inventato da Otto Röhm nel 1933. 
Il lanital è una fibra autarchica tratta dalla caseina. Viene inventata tra il 1937 e la fine della Seconda Guerra Mondiale e commercializzata dalla SNIA Viscosa, dando applicazione a una scoperta del 1935 dell’italiano Antonio Ferretti. 
Il nylon è un’invenzione di Wallace Hume Carothers del 1937. 
Il polipropilene isotattico fu inventato da Giulio Natta e da Karl Ziegler nel 1963. Si tratta di un materiale leggero, resistente e resistente alla temperatura. 
Il kevlar è una fibra sintetica aramidica inventata nel 1965 da Stephanie Kwolek. Si tratta di un materiale a elevata meccanica di trazione; a parità di massa, la resistenza di questo materiale è cinque volte maggiore di quella dell’acciaio. 
Le Scuole Tecniche sono una delle condizioni fondamentali della Rivoluzione industriale. Il tecnico è colui che sa far fare le cose, e per saper fare le cose occorre che tutti gli operatori parlino lo stesso linguaggio standardizzato. Le Scuole Tecniche hanno in comune la standardizzazione del sapere.
Icaro. “Dedalo incita il figlio al volo”, Charles Paul Landon (1799, Alençon, Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle. I temi della mitologia si concretizzano nelle invenzioni della storia della tecnologia, così come il mito del volo. Abate Francesco Lana Terzi comincia a capire il peso dell’aria. I fratelli Montgolfier fanno un primo esperimento mandando in aria la prima mongolfiera. L’Ottocento è il secolo dell’aerostatica. Vittorio Angius ha sviluppato meglio l’idea dei palloni aerostatici (1854), e scrive un trattato sugli aerostati: si tratta di uno studio importante sia per i dirigibili sia per il materiale utilizzato (l’alluminio). I dirigibili si evolvono: Almerico Da Schio costruisce un tipo di dirigibile a forma affusolata per poter dirigere meglio il mezzo. Il Novecento è, invece, il secolo in cui iniziano gli studi non solo sulla conquista dell’atmosfera, ma anche dello spazio, e quindi lo studio del lancio dei razzi a propulsione.

mercoledì 3 giugno 2020

Guida al blog "Raccontare"

Come già accennato nel post precedente, il blog è giunto al termine, in quanto alla fine è arrivato il secondo semestre dell'anno accademico 2019/2020. È quindi opportuno fare il punto della situazione per quanto riguarda le lezioni seguite, anche in vista degli esami imminenti. 
Questo blog è, innanzitutto, stato creato in merito al corso di Storia della tecnologia del Politecnico di Torino tenuto da Vittorio Marchis. Inoltre, colgo l'occasione per fare un riepilogo dei post pubblicati e un riassunto delle lezioni seguite, con alla fine delle considerazioni in merito a ciò che è stato imparato.

Ma, iniziamo con una citazione dello stesso docente del corso che mi ha colpito particolarmente:
La storia non deve legarsi al frutto unidirezionale, ma la storia deve essere attualizzata nel presente, capendo come si è mossi nelle varie rivoluzioni tecnologiche per capire le tecnologie di oggi. Guardare alla dimensione narrativa della storia è importante perché la storia non è lineare: il passato vive nel presente come memoria, mentre il futuro vive nel presente come immaginazione e fantasia. 
Questa frase racchiude un po' tutta l'essenza del corso, ma si lega anche molto bene al mio blog, in quanto, seppur facendo riferimento alle innovazioni tecnologiche, fa comprendere come la narrativa e la tecnologia siano intrinsecamente legate tra loro. Inoltre, l'assegnazione del verbo e dell'azione raccontare, mi ha fatto riflettere su quanto poco ci soffermiamo sulle parole di uso comune, che pronunciamo o scriviamo in continuazione, magari facendo anche poca attenzione a quelle che ogni docente di grammatica osserva con ribrezzo: le ripetizioni. Ma, se devo iniziare a porre delle considerazioni su questo corso universitario, allora una considerazione è proprio questa: la storia insegna che le cose si ripetono in un ciclo continuo, perché le persone hanno una fondamentalmente una memoria corta, il cui pensiero non fa altro che rafforzare quello che la stessa Suzanne Collins, protagonista di ben tre post (ora quattro) di questo blog, scrive sotto le vesti del suo personaggio Plutarch Heavensbee
[...] Now we're in that sweet period where everyone agrees that our recent horrors should never be repeated, he says. But collective thinking is usually short-lived. We're fickle, stupid beings with poor memories and a great gift for self-destruction. Although who knows? Maybe this will be it, Katniss. [...] The time it sticks. Maybe we are witnessing the evolution of the human race. Think about that.
Che è, inoltre, anche un pensiero su cui riflettere guardando la nostra società odierna. Motivo per cui ritengo sottolineare che spesso un libro, o una serie di libri, non è solo un libro. Ogni libro, ogni film, ogni qualunque cosa che racconta qualcosa non racconta solo quello che è chiaro, spesso occorre solamente leggere tra le righe, perché anche gli spazi bianchi tra una riga e l'altra raccontano qualcosa. 

Indice dell'attività in merito agli step da completare del blog History of Machines di Vittorio Marchis
  1. Step #01: Raccontare
  2. Step #01bis: "Raccontare" en otros sprachen
  3. Step #02: Storia di "Raccontare"
  4. Step #03: Raccontare in un disegno
  5. Step #04: Omero racconta
  6. Step #05: Raccontare in pubblicità
  7. Step #06: Raccontare nei testi letterari
  8. Step #07: Raccontare nelle opere poetiche
  9. Step #08: Raccontare nella tecnologia antica
  10. Step #09: Raccontare nell'arte figurativa
  11. Step #10: Raccontare al cinema
  12. Step #11: Raccontare la pandemia
  13. Step #12: Chi raccontava nel Medioevo?
  14. Step #13: Raccontare nel Settecento
  15. Step #14: Raccontare nell'Ottocento
  16. Step #15: Innovazioni per raccontare nel XX secolo
  17. Step #16: Un testimonial di "Raccontare"
  18. Step #17: L'abbecedario di Raccontare
  19. Step #18: "Raccontare" in un fatto di cronaca
  20. Step #19: La Scienza del Raccontare
  21. Step #20: La carta
  22. Step #21: Chi ha brevettato per raccontare?
  23. Step #22: Un nuovo brevetto per raccontare!
  24. Step #23: Datasheet del nuovo brevetto per Raccontare
  25. Step #24: La mappa concettuale completa di Raccontare
  26. Step #25: Sintesi finale!
Gli step suggeriti, e obbligatori per concorrere a una valutazione positiva d'esame, hanno avuto lo scopo di imparare a conoscere e approfondire il verbo/azione assegnato a ciascun studente in un'ottica del tutto nuova, in quanto spesso si fa riferimento a determinati vocaboli, utilizzandoli nel quotidiano, senza soffermarsi più di tanto sulle sue origini, nei suoi contenuti e, nello specifico, sui suoi collegamenti a livello scientifico e tecnologico.
Ho trovato molto stimolante la ricerca dei dati per la compilazione degli step assegnati, in quanto mi ha fatto approfondire su temi che conoscevo ma, magari, non fino in fondo. In generale, quindi, mi ha fatto ampliare le mie conoscenze sui temi trattati. Ciò mi ha anche divertito, motivo per cui mi sono ritrovata ad aggiungere post in base alle lezioni in virtual classroom e ai suggerimenti dati dal docente durante le revisioni.

Indice dell'attività extra, sia ispirata dagli step completati o dal professore sia ispirata da pensieri personali
  1. Semplicemente raccontare
  2. Raccontare nella Mitologia: bibliografia
  3. Raccontare il Mito di Poseidone
  4. Raccontare tramite le arti figurative
  5. Leonardo racconta
  6. Story time! Tra quattro mura
  7. Book sharing! Loki, il giovane dio dell'inganno
  8. L'invenzione della stampa
  9. L'evoluzione dei linguaggi
  10. Book sharing! The Hunger Games
  11. Narrativa: indice degli autori
  12. Scienza: indice degli autori
  13. Book sharing! La ballata dell'Usignolo e del Serpente
  14. YouTube e la Scienza dei Nuovi Media
  15. Appunti di Storia della tecnologia
Data la lunghezza del post, ne seguirà un altro contenente gli appunti presi.

domenica 31 maggio 2020

Step #24: La mappa concettuale completa di Raccontare

In questo blog era già stata elaborata la mappa concettuale di Raccontare, ma come si capirà meglio leggendo l'ultimo post, questo blog è parte integrante del corso universitario di Storia della tecnologia, tenuto da Vittorio Marchis, del già citato Politecnico di Torino, motivo per il quale sta per giungere al termine. Ma non è questo il post in cui si può leggere delle ultime considerazioni sul verbo/azione raccontare, in quanto qui si farà un riassunto di tutto ciò di cui si è parlato all'interno del blog, ampliando la mappa concettuale vista all'inizio dell'avventura.


venerdì 29 maggio 2020

Step #23: Datasheet del nuovo brevetto per Raccontare

Nello scorso post si è visto che un ottimo modo per innovare il modo di raccontare anche per coloro che hanno difficoltà fisico-motorie nel farlo sarebbe studiare un sistema a impulso diretto dalla persona affetta in difficoltà direttamente al ricevente.
Vediamo, quindi, il relativo datasheet:

Step #22: Un nuovo brevetto per Raccontare!

In un mondo come quello odierno è difficile trovare un'invenzione che non sia ancora stata brevettata, tanto più visto il fatto che le innovazioni tecnologiche sono sempre più veloci e frequenti, facendo in modo che nuove tecnologie diventino presto obsolete. 

L'Internet, e nello specifico un blog pubblico, non è esattamente il luogo nel quale è opportuno pubblicare quella che potrebbe essere una nuova invenzione, dal momento che è di facile accessibilità e le idee tecnologiche sono facile oggetto di spionaggio. Già nel Settecento, quando è stato introdotto il primo modo posto a tutela delle proprietà intellettuali, il problema di rubare le idee altrui era alto... figuriamoci oggi, dove tutti i giorni si sente almeno una notizia di furto di dati! A ogni modo, come promesso dal titolo, proverò in questo post a inventare una possibile innovazione per Raccontare, soffermandomi in questo caso sulle disabilità visive, uditive e vocali di utenti che hanno molto da raccontare ma che, sfortunatamente, non sempre riescono.

Considerando il fatto che già esistono sistemi di lettura e audio-lettura dei pensieri basato sull'immissione di dati tramite una tastiera (si vedano, per esempio, i primi episodi di Zoey's Extraordinary Playlist, dove la protagonista inventa un sistema del genere perché lei, la sua famiglia e gli amici riescano a comprendere il padre di Zoey affetto da paralisi supernucleare progressiva) e il software predittivo di Stephen Hawking affetto da sclerosi laterale amiotrofica (ben descritto, inoltre, nel film La teoria del tutto), risulta facile comprendere come tecnologie del genere non possono fare altro che essere migliorate. Ed è, inoltre, importante che tecnologie di questo tipo siano effettivamente rinnovate, per permettere a tutti la possibilità di raccontareDunque, si può dire che l'immissione per tastiera sia stata ampliamente superata dall'immissione tramite impulso muscolare, il che significa che occorrerebbe ora innovare il sistema tramite impulso diretto, senza passare cioè tramite un accessorio (che, nel caso di Stephen Hawking, è il paio di occhiali da vista).Vediamo, nel prossimo post, come sarebbe possibile effettuare questo tipo innovazione.

Step #21: Chi ha brevettato per Raccontare?

Grazie all'ausilio del sito Google Patents si è venuti a scoprire che nel 1984 è stato prodotto, in Italia, una bambola giocattolo che racconta fiabe e ninne nanneL'invenzione è di Giorgio Ricci Lupis ed è stata registrata all'Ufficio Brevetti l'11 dicembre 1984. Fa riferimento al numero di pubblicazione IT8434079V0 e al numero di priorità IT3407984U.

Sempre grazie a una ricerca sul sito Google Patents, si scopre che non è l'unico caso di bambole che raccontano fiabe: nel 2002, per esempio, viene infatti registrata una macchina racconta fiabe ed erogatrice di sorpresine per bambini. È questa un'invenzione sempre italiana, ma di Gianfranco Serraioco, che l'ha realizzata il 4 febbraio 2002 e ha avuto la priorità numero ITPE20020001, ma l'ha pubblicata solo a più di un anno più tardi, ovvero il 4 agosto 2003 ricevendo numero ITPE20020001U1.


mercoledì 27 maggio 2020

YouTube e la Scienza dei Nuovi Media

I media digitali, anche conosciuti come nuovi media, sono quei mezzi di comunicazione di massa sviluppati grazie all'informatica, ovvero la scienza che si occupa del trattamento dell'informazione mediante procedure automatizzate, e in correlazione con essa. Si tratta di mezzi di comunicazione di massa (mass media), ovvero di mezzi che servono per connettere il soggetto trasmittente con il soggetto ricevente. 
Sono molto importanti nel contesto del raccontare moderno, in quanto il raccontare moderno si basa quasi esclusivamente sull'utilizzo dei media, e sin dall'invenzione del telefono da parte di Antonio Meucci (seppure il brevetto è attestato ad Alexander Graham Bell) non fanno altro che aggiornarsi in continuazione. 
Tra i nuovi media vi è la piattaforma web YouTube, che fondata il 14 febbraio 2005 consente oggigiorno la condivisione e la visualizzazione di in rete di contenuti multimediali tramite la divulgazione di video (video sharing). Nel corso del tempo ha ampliato la sua offerta mediante l'implemento di servizi collaterali, pensate specificamente per bambini (YouTube Kids), per la musica (YouTube Music), per i programmi televisivi (YouTube TV per mezzo di YouTube Originals).

lunedì 25 maggio 2020

#Step20: La carta

Nella stesura di questo blog si è spesso parlato di come il raccontare avviene attraverso i libri, che sono una forma di scrittura su fogli, che a loro volta sono l'evoluzione della scrittura su pietra, su argilla, su corteccia d'albero, su lamiere di metallo. 
I libri sono oggi giorno fatti di carta, ed è su questo argomento che ci soffermeremo oggi.

Innanzitutto, c'è da definire la carta come un materiale igroscopico (che significa che è un materiale che ha la capacità di assorbire le molecole d'acqua presenti nell'ambiente), composto da materie prime vegetali, unite per feltrazione (il feltro è, infatti, una stoffa prodotta con l'infiltramento di fibre; in genere, una stoffa in feltro è realizzata in pelo animale) ed essiccate. Si presenta nella forma di fogli sottili e può essere arricchito da collanti, cariche minerali, coloranti e additivi diversi. 


Si intende carta i fogli di 10÷150 g/m² con spessore 0,03÷0,3 mm, ma nell'uso comune carta indica una gran varietà di tipologie di tale materiale.

#Step19: La Scienza del Raccontare

Nel corso dell'andamento di questo blog si è notato quando oggi si raccontano un sacco di storie e si è, inoltre, immersi in mondo di piena comunicazione. Ci sono stati, poi, vari studi sul cervello umano nei quali si è dimostrata l'importanza del racconto e su come costruirlo.
Lobi cerebrali: in rosa, il lobo frontale; in verde,
il lobo parietale; in blu, il lobo occipitale
Infatti, come scrive Leo Wildrich, quando si ascolta una noiosa presentazione PowerPoint si attivano alcune aree del cervello, mentre quando ci viene raccontata una storia il cervello si attiva completamente
Ma, proprio perché siamo continuamente bombardati da storie sul lavoro, sul web, nella comunicazione scientifica e in quella di mercato, è molto più difficile raccontare storie, tanto che un termine oggi molto utilizzato è proprio storytelling, che è, molto banalmente, l'atto del narrare. Un'analisi più approfondita, comunque, fa scoprire che il termine è utilizzato inoltre per indicare la disciplina che utilizza i principi della retorica e della narratologia, e che si riferisce alle diverse opere di narrativa, sia audiovisive sia letterarie. Occorre però porre attenzione sullo storytelling management, che indica invece la disciplina che applica i principi della narrazione all'impresa, generando documenti cartacei, digitali e relazionali che possono essere applicate alle diverse aree e funzioni aziendali. Un buon storytelling deve essere composto da un pensiero narrativo, che organizza l'esperienza soggettiva e interpersonale, e da un discorso narrativo, che rende possibile la riflessione. Inoltre, lo storytelling trova applicazione in ambito di pedagogia e di educazione, in quanto il suo ricorso può essere di facile comprensione per l'apprendimento dei bambini.

#Step18: Raccontare in un fatto di cronaca

In un articolo pubblicato su AgenSir nella giornata del 24 maggio 2020 si riportano le parole di Papa Francesco: 
Raccontare e condividere storie costruttive serve per comprendere che siamo tutti parte di una storia più grande di noi.
La giornata di ieri era, infatti, la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, nel quale si mette in evidenza, per l'appunto, l'importanza del raccontare, perché, spiega Papa Francesco:
[...] credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme.
La comunicazione è, infatti, oggi alla base di qualsiasi rapporto sociale e, in quanto tale, dovrebbe poter raccontare qualcosa di potenzialmente costruttivo, al fine di migliorare la società in un ottica di sostenibilità.

domenica 24 maggio 2020

Book sharing! La ballata dell'Usignolo e del Serpente


Scheda informativa
  • Titolo originale: The ballad of Songbirds and Snakes
  • Autore: Suzanne Collins
  • Copertina: Tim O'Brien, Elizabeth B. Parisi
  • Traduzione: Simona Brogli
  • Editore: Bruno Mondadori
  • Prima Pubblicazione: Maggio 2020
  • Pagine: 480
  • Prezzo: € 22,00
Trama

L'ambizione lo nutre, la competizione lo guida. Ma il potere ha un prezzo.
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. 
A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nelle capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il Distretto più debole, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Recensione

Era da mesi, da quanto l'autrice Suzanne Collins, verso la fine dello scorso anno, ha annunciato il "ritorno a Panem", che non vedevo l'ora di leggere questo libro. Mi ha subito suscitato interesse dato che, la trilogia de The Hunger Games si è legata così forte a me.
Perciò, quando lo scorso diciannove maggio duemilaventi, il libro è finalmente uscito, non ho resistito ad andarlo subito a comprare. E a mettermi a leggerlo, nonostante dovessi studiare.
È stato una lettura cruda fin dall'inizio, e soprattutto nelle prime pagine, che mi ha subito intrigata e fatto venire la voglia di proseguire la lettura, nonostante la trama ufficiale mi abbia fatto venire dei dubbi sul contenuto del libro, e non solo a me, motivo per cui allego qui di seguito quella che dovrebbe essere  a mio parere – la vera trama stampata sulla copertina, nella speranza che chiunque si imbatta in questa recensione fatta per riempire un blog sul tema del Raccontare, come compito a casa per il compimento di un esame universitario non storca il naso e legga questo libro: 
Sono passati dieci anni dalla fine dalla guerra, da quando i ribelli sono stati sconfitti e sono stati indetti gli Hunger Games per ricordare ai Distretti chi è che comanda. Ma Capitol City non si è ancora ripresa completamente, le macerie risiedono ancora per le strade a memoria che neanche nella capitale la guerra ha portato gioie e persino alcune tra le famiglie più ricche e influenti sono ancora in difficoltà. La decima edizione degli Hunger a Games è però in punto di svolta…
Tra ballate e canzoni si viene, infatti, a scoprire molto di più della storia di Panem, e nonostante la storia d'amore, indubbiamente al centro dell'attenzione per via del punto di vista principale di Coriolanus Snow, si comprende come si è arrivati ai settantaquattresimi Hunger Games, nei quali Katniss Everdeen si offrì volontaria per la sua sorellina Prim.

Valutazione

★★★★★ 5/5