domenica 22 marzo 2020

Semplicemente raccontare

L'uomo è un animale che racconta storie, e come tale ne racconta di vere e di false, dove però le storie false possono essere nient'altro che un'altra versione dei fatti, dovuti a un altro asse temporale o a un universo parallelo. La letteratura, in generale, è piena di esempi di questo tipo, proprio perché l'uomo immagina, inventa e, infine, lo racconta. 
Si racconta per capire chi si è, di cosa si fa parte, per estraniarsi dalla realtà dei fatti, o semplicemente per portare alla conoscenza di tutti un qualcosa la cui importanza deve essere divulgata. E ci sono differenti modi di raccontare, dal più basilare riportare a voce qualche fatto, allo scriverlo in un articolo giornale, all'utilizzare mezzi di cui spesso non ci si rende conto di star raccontando qualcosa, come può essere una macchina fotografica per la fotografia o un foglio reso colorato grazie al disegno.
Anche in un mondo odierno, dove tutto è così frenetico e si potrebbe pensare che si racconta poco, la maggior parte dei racconti avviene attraverso il postare di video o immagini, proprio perché, di per sé, l'essere umano racconta. Solo dietro a una piccola emojicon che, tutti, chi più e chi meno, utilizziamo in un messaggio WhatsApp, c'è una narrazione, a volte breve e a volte più lunga, a volte facile da interpretare e a volte meno.
Ma quest'oggi non siamo qui per raccontare il "raccontare", in quanto nel precedente post vi ho promesso una storia in questo.
Perciò, vi narro oggi del sogno di un bambino, perché sognare è un modo di raccontare a se stessi.

— ☾ ☆ 𝗟'𝗔𝗦𝗧𝗥𝗢𝗡𝗔𝗨𝗧𝗔 ☆ ☽ —

Mi è sempre piaciuto guardare il cielo, specie quello notturno. Il nasino puntato all’insù, mi diverto a immaginare, nell’infinito dell’universo, altri esseri viventi, uguali o diversi da me, perché non possiamo essere gli unici ad abitare in questo vasto universo, composto da numerose galassie. 
Delle volte immagino che ci sia qualcuno, nel vasto universo, che ci osserva. È qualcuno che ci ha creato, e noi siamo il suo piccolo esperimento che prosegue. Mi chiedo se è contento di come siamo diventati, di come ci siamo evoluti, e mi chiedo se è triste perché ci combattiamo. 
Altre volte penso ad altri bambini come me, che come me giocano a pallone con i loro amici, o vanno a nuotare nei laghetti in montagna con le lontre, o, ancora, compiono viaggi straordinari attorno il loro mondo, la loro “Terra”. 
Una volta ho sognato che incontravo una bambina della mia età, solo che aveva la pelle blu. Io, all’inizio del sogno, pensavo che si fosse fatta il bagno nella vernice blu, ma dopo aver capito che quella era la sua pelle non ci ho più fatto caso, e abbiamo giocato insieme. È venuto fuori che giocavamo a giochi diversi, che io non sapevo giocare a quello che proponeva lei e che lei, di conseguenza, non sapeva giocare a quelli a cui giocavo io. E allora abbiamo inventato un nuovo gioco, e ci siamo divertiti tantissimo. Poi però ci siamo anche istruiti con i nostri rispettivi giochi preferiti, e abbiamo giocato anche a quelli, e ci siamo divertiti ancora di più. Quanto vorrei che questo sogno non fosse stato solo un sogno! 
Secondo me, le creature che vivono nelle altre galassie sono buone. Sono più evolute di noi perché non si fanno la guerra, non conoscono l’odio e si aiutano a vicenda nei loro piccoli momenti di difficoltà. Forse è perché vorrei che la Terra fosse così, bella e accogliente in tutti i suoi ‘quattro angoli’, con nessuno che soffre se non per un brutto voto preso a scuola, e forse sugli altri pianeti è uguale a qui. Oh, quanto vorrei scoprirlo! 
Chissà qual è il pianeta con la popolazione più evoluta, più tecnologicamente avanzata. Io non credo che sia la Terra, perché anche se siamo molto avanti con la tecnologia, non siamo comunque molto evoluti. Poi, se ci facciamo la guerra e se usiamo il nostro intelletto per costruire oggetti che fanno male, non credo proprio che siamo molto intelligenti. Secondo me, ci sono creature molto più intelligenti di noi, oltre che molto più avanzate con la tecnologia e molto più evolute di noi. 
Certe volte mi chiedo se su ogni stella esiste un qualcuno che si occupa di tenerla accesa, e che quando una stella muore vuol dire che è morto il suo proprietario. 
E le nuvole? Tutte quelle belle forme che si creano! Deve per forza crearle qualcuno. Noi lo spieghiamo come il vento che sposta le goccioline d’acqua condensate, che poi quando piove cadono e bagnano la terra, il prato, il cemento e vanno ad unirsi alle acque che scorrono lungo i continenti, si uniscono ai laghi e al mare. Però, a me piace pensare che le nuvole siano creature che si divertono a cambiare forma, perché sono esseri viventi molto creativi e artistici. 
Luna è sempre stata mia amica, fin da quando ero piccolo. ‘Luna’ è stata la prima parola che ho detto, e questa sfera luminosa mi ha sempre molto affascinato. Quando io la vedo, qualcun altro non la vede e viceversa. Oppure quando la vedo molto piccola, della forma e del colore di un’unghia tagliata, ma molto più luminosa, qualcuno altro la vede molto grande, nella parte in cui io non vedo. Mi ha sempre meravigliato la storia del primo uomo sulla Luna, un terrestre statunitense, e adoro quando mamma me la racconta. Vorrei andare sulla Luna, un giorno, e vedere se c’è ancora la bandiera che ha messo Armstrong, in che condizioni è. Chissà se un giorno potrei andare sulla Luna per fare un picnic, come quando vado sul Corno con papà e mamma e facciamo un picnic. 
A volte vorrei vivere su un altro pianeta, e vedere se sono lo stesso bambino che sono sulla Terra. Grazie al mio sogno, so che non avrei gli stessi giocattoli che ho qui. Chissà se andrei in una scuola come quella in cui vado qui, e chissà quali sono gli sport che praticano sul pianeta in cui ipoteticamente vivrei. E sentirei gli uccellini cinguettare? O sarei io a volare, invece? Magari, su un altro pianeta, le creature che qui volano lì non volano, e quelle che qui sulla Terra non volano invece volano. E ci sarà il vento come quello che c’è qui? Sicuramente, vedrei altre stelle, altri pianeti e un’altra “Luna”. Magari quel pianeta a più satelliti naturali, quindi più “Lune”. Magari saranno invece i pesci a volare, e gli uccelli nuoterebbero. 
Potrei continuare all’infinito a fare supposizioni e a sognare, ma io non ho tutto quel tempo. Sono ancora un bambino, ma lo so che la mia vita non è infinita. Eppure vorrei scoprire così tanto, e riuscire ad andare nello spazio! Sì, lo so; io lo so cosa vorrei fare da grande: vorrei essere un astronauta! O magari non serve andare nello spazio come un astronauta, perché magari quando si muore si va nello spazio, e si rinasce in un altro pianeta senza però ricordare niente della vita passata in un altro pianeta. Mi chiedo allora quante persone sono stato prima di essere il bambino che sono oggi, che vive sulla Terra come uno dei tanti altri bambini della Terra. E mi chiedo se, quando sarò un’altra persona che vive su un altro pianeta, avrò le stesse passioni che ho, oppure se nascerò femmina e avrò passatempi totalmente diversi da quelli che ho ora. 
Io non lo so cosa sono stato, cosa sono e cosa sarò, però so per certo che il mio sogno è quello di diventare astronauta, che mamma e papà mi hanno sempre incentivato a seguire i miei sogni e che io tenterò il possibile per diventare astronauta. 



Ma non dimentichiamoci che, comunque, il termine "raccontare" ha anche lui una sua storia... che ne dite se ve la racconta nel prossimo post?

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