mercoledì 6 maggio 2020

Step #13: Raccontare nel Settecento

Tristam Shandy di Laurence Sterne è la biografia di un personaggio eponimo instabile e confuso, dove l'eroe è una figura embrionale nel corso di tutta la sua storia. Si tratta di un'opera piena di doppi sensi, digressioni e disposizioni grafiche. È interessante l'utilizzo frequente l'utilizzo della metanarrazione.
Tale romanzo influenza molto la letteratura futura, ed è possibile citare in questo senso James Joyce, Samuel Beckett, George Perec, Thomas Pynchon e Javier Marìas.
Tristram Shandy nasce in una notte tra la domenica e il lunedì del marzo 1718, ma prima ancora di venire al mondo crea già contrasti tra il padre Walter (un mercante colto e interessato alla filosofia) e sua moglie Elizabeth Mollineux: mentre lei vorrebbe partorire a Londra, il marito è deciso che la nascita di suo figlio debba avvenire a Shandy-Hall. Inoltre, Elizabet rifiuta di essere assistita da un medico ostetrico, pretendendo di essere aiutata dalla vecchia levatrice del villaggio la cui esperienza è costruita sulla fortuna. Si nota fin da subito come la famiglia di Tristam sia molto originale, soprattutto per quanto riguarda la parte paterna: il padre affronta con metodo ogni situazione considerandosi un oratore nato, lo zio Tobia è un uomo d'onore dotato di pudicizia che ha forti dubbi sulla sua virilità. Attorno a Tristam vi sono, inoltre, altri personaggi piuttosto bizzarri, tra cui l'ingenuo parroco Yorik, il caporale Tim e la vedova Wadman.

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